Il contributo dello csev alle linee guida per la riforma del terzo settore

Lo Csev, il coordinamento spontaneo enti e volontari di Servizio civile del Veneto, ha raccolto in un documento alcune riflessioni da sottoporre al governo per contribuire in modo attivo alla riforma del Terzo settore proposta dal Presidente del consiglio Matteo Renzi.

Analisi di alcuni aspetti delle Linee guida

16) «Concordiamo con la proposta di aumentare il numero di giovani in Servizio civile. Sottolineiamo la necessità che rimanga una scelta volontaria e non obbligatoria. Riteniamo inoltre sia responsabilità degli enti promuovere i valori e i principi fondanti del Servizio civile e della Cittadinanza attiva. Attualmente i costi di progettazione sono troppo alti per quei piccoli enti che con la graduale riduzione dei fondi hanno visto ridurre la possibilità di essere poi finanziati. Per gli enti più grandi invece si prospetta la possibilità di allargare le partnership ampliando così le realtà in rete»;

17) «Riteniamo che i 12 mesi di servizio permettano un’esperienza formativa più completa. Proponiamo che gli enti, nel momento della progettazione, possano scegliere fra una maggior flessibilità di orario (20-25-30 ore a settimana) e di giorni di presenza (ossia da 3 a 6 giorni a settimana)»;

18) «Condividiamo la disposizione di aprire agli stranieri la possibilità di partecipare al Scn»;

19) «Condividiamo la disposizione di prevedere dei “benefit per i volontari: crediti formativi universitari, tirocini universitari e professionali; riconoscimento delle competenze acquisite durante l’espletamento del servizio”. Riteniamo utile e necessario un riconoscimento attraverso una certificazione delle competenze trasversali»;

20) «Riteniamo una possibilità importante l’apertura di un dialogo con il mondo delle aziende, delle associazioni di categorie degli imprenditori e in generale del mercato del lavoro al fine di comprendere insieme quelle che sono le competenze utili ad un giovane che si avvia al mondo dellavoro oggi»;

21) «Condividiamo la possibilità, per chi lo desidera, “di un periodo di servizio in uno dei Paesi dell’Unione Europea avente il Servizio civile volontario in regime di reciprocità”».

Un Servizio civile Universale per la “difesa della Patria”

«Nella nostra visione, difendere la patria significa creare una cultura di pace nella quale i cittadini si prendano la responsabilità di conservare, proteggere e accrescere il bene comune. Sulla base di questo intendiamo sottolineare l’importanza che la copertura economica continui ad essere a carico dello Stato. Un cofinanziamento da parte degli enti rischierebbe di spostare il centro da “difesa non armata dello Stato” a “personale a basso costo”. Gli enti devono comunque già sostenere molti oneri per la formazione e l’affiancamento dei civilini, la gestione burocratica e amministrativa, la sensibilizzazione e pubblicizzazione del progetto, etc. Il cofinanziamento da parte di enti terzi rischierebbe di snaturare i valori fondanti del Servizio civile e favorire chi adeguasse il progetti ai desideri di chi offre i contributi per la realizzazione.

Il secondo aspetto è una precisazione sui termini proponendo, per i giovani in Servizio civile, un passaggio dalla parola volontari a civilini. Il volontariato è oggi considerato uno degli attori del cosiddetto Terzo settore (o settore non profit, non a scopo di profitto), che può essere definito come un insieme eterogeneo di soggetti che si organizzano per fornire risposte a bisogni a cui lo Stato (Primo settore) e il Mercato (Secondo settore) non riescono a far fronte; tutte le realtà che lo compongono sono imperniate su altruismo, reciprocità, solidarietà, produzione di beni e servizi di tipo sociale caratterizzati dalla non mercificazione e da elevati contenuti di relazionalità e socialità. Principio cardine che regola i rapporti tra primo e terzo settore è il principio di sussidiarietà, che va garantito e promosso in tutte le fasi dell’agire sociale.

La definizione di volontariato oggigiorno viene spesso utilizzata per comprendere diverse realtà del Terzo settore che non sono propriamente tali, così come vengono definiti volontari anche coloro che non lo sono. Infatti, l’attività del volontario – e quindi del volontariato – si caratterizza per la gratuità, oltre che per la solidarietà e non è una possibilità di lavoro remunerato, pertanto non si possono definire volontari quei giovani che, per libera scelta, svolgono il servizio militare o il Servizio civile. Entrambi sono frutto, sì, di una scelta volontaria, ma ricevendo una forma di remunerazione, seppur minima, non rientrano nei requisiti della gratuità».

Lo CSEV è un gruppo aperto composto da tutti gli Enti che desiderano aderire. Nasce con lo scopo di compiere azioni e promuovere politiche utili alla valorizzazione dell’istituto del Servizio civile. È rappresentativo delle realtà operanti nell’ambito del Servizio Civile in quanto vede il coinvolgimento di enti sia pubblici che privati e appartenenti a classi di accreditamento diverse, oltre a rappresentare tutte le province del territorio del Veneto. Vi partecipano inoltre alcuni giovani in Servizio civile. Lo CSEV mette in relazione e in coordinamento circa 700 sedi accreditare e 480 volontari attualmente in servizio.

Allo CSEV aderiscono: Comune di Venezia, Università degli Studi di Padova, Consorzio Veneto Insieme – Confcooperative – sede di Padova, Federazione del Volontariato di Verona, ARCI Servizio Civile – sede di Vicenza, associazione Comuni della Marca Trevigiana, Comune di Padova, Casa di Riposo di Noventa Padovana, Comitato d’Intesa di Belluno, Amici dei Popoli Focsiv, Delegazione Regionale Volontari Servizio Civile, associazione Il Portico di Dolo, associazione Polesine Solidale, ANCI Veneto, Salesiani SCS CNOS, associazione Integrazione ONLUS- VI.

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