I passi in avanti del Servizio Civile – Solidaria 2021

Più di cento giovani accomunati da una scelta.
Più di cento operatori volontari in Servizio Civile hanno partecipato, in presenza e da remoto, il 28 settembre, presso il Centro Culturale San Gaetano, alla giornata del festival Solidaria dedicata al Servizio Civile.

 

Nella mattinata si sono confrontati, attraverso i diversi interventi, gli attori che animano il Servizio Civile: i giovani, le istituzioni e gli enti.

Nella prima parte introduttiva è intervenuta infatti Manuela Lanzarin, Assessora alla Sanità e Servizi sociali della Regione Veneto, enfatizzando il valore dell’aver realizzato un festival in presenza per dimostrare, per quanto possibile in questo momento storico, l’importanza della partecipazione attiva nel settore della solidarietà; nel raccontare il percorso storico del Servizio civile in Veneto ha sottolineato la sua crescita sia quantitativa che qualitativa, una palestra di vita educativa che ha formato giovani poi rimasti nell’ambito dell’associazionismo e del volontariato.

Rimarcando questo punto è poi intervenuto Enrico Fiorentin, Consigliere comunale con delega in materia di Politiche Giovanili, che ha sottolineato come l’attività di volontariato sia in grado di cambiare i giovani che la svolgono, motivo per cui il Comune cerca di incoraggiare le iniziative di questo settore.

Nella seconda parte della mattinata, mediata da Paolo della Rocca dell’Associazione Il Portico, si è parlato del passato e del futuro del Servizio Civile, da una prospettiva istituzionale e dalla prospettiva dei giovani che ne hanno fatto parte.

La prima voce è stata quella di Marco de Giorgi, Capo Dipartimento per le Politiche Giovanili e del Servizio Civile Universale, il quale, citando la sperimentazione del Servizio Civile Digitale e del Servizio Civile Ambientale, ha riconosciuto l’importanza che questo istituto ricopre nella formazione delle competenze nei giovani in vista proprio delle due sfide più importanti, in accordo anche al PNRR, che il nostro paese dovrà affrontare: la sfida digitale e quella ecologica.

Proprio in vista di questo obiettivo ha annunciato che il 15 Dicembre avranno luogo gli Stati Generali del Servizio Civile, l’occasione di una riflessione collettiva circa la direzione in cui vertere l’evoluzione di questa realtà.

La parola è poi andata a Valentina Veneto, Rappresentante Nazionale degli Operatori volontari di SC-Area Nord: la sua è stata la testimonianza di una rappresentanza che è disposta ad ascoltare, che ha ottenuto diverse conquiste per migliorare lo status degli op. volontari e che è impegnata a voler garantire, per il futuro, un Servizio Civile sempre pronto a migliorarsi, diventando più inclusivo.

Unendo, idealmente, le due prospettive il microfono è poi passato a Pasquale Borsellino, ex obiettore di coscienza ora referente dell’Unità Operativa Famiglia, Minori e Servizio Civile della Regione del Veneto, che ha delineato le prospettive regionali sul Servizio Civile.

Come raccontato da Borsellino, il Veneto considera il Servizio Civile un cambiamento di paradigma, impegnando il singolo in un rapporto di co-responsabilità con la collettività: “Mettere a disposizione la propria vita e il proprio tempo della comunità e sentirsi inserito nella comunità locale in termini di corresponsabilità, cioè tutto quello che accade intorno a me mi riguarda e in qualche modo io posso cambiare la mia realtà: cambia in maniera assoluta il rapporto tra identità personale e il rapporto con la società”.

Per questo cambiamento la regione investe molto, anche in termini di ricerca: si vuole avviare una ricerca per delineare i profili dei giovani che scelgono il SC, per capire se esistono pattern comuni e con questi relazionarsi al meglio.

Sono poi state ascoltate le voci di tre ex volontarie: Asia Rubio, ex volontaria del CSV di Padova e Rovigo, Maria Paola Covino, ex volontaria del Consorzio Veneto Insieme, e Alessia Fortunato, ex volontaria di ARCI Servizio Civile Vicenza.

Tutte hanno testimoniato l’importanza che l’anno di Servizio Civile ha avuto all’interno della propria evoluzione personale, che spesso ha trovato un’eco nella realizzazione professionale.

Quel che emerge da questa mattinata di confronto tra volontari, istituzioni ed enti è senza dubbio la possibilità di confronto che il Servizio Civile fornisce: si delinea infatti come spazio in cui i giovani possono esercitare la propria cittadinanza attiva, far sentire la propria voce e, facendo ciò, riconnettersi alle istituzioni e alla territorialità che li circonda.

 

L’evento del pomeriggio è stato organizzato dalle Delegate SCU del Veneto (Anna Morra, Chiara Gottoli e Ludovica Bus) ed inserito nella cornice tematica dell’evoluzione intesa in due declinazioni.

 

Il primo panel, dal titolo “Evoluzione è partecipazione”, ha visto l’intervento delle tre delegate in dialogo con Feliciana Farnese, già presidente della Consulta Nazionale per il Servizio Civile Universale, e Lucia Abbinante, Direttrice Generale dell’Agenzia Nazionale dei Giovani.

Riprendendo le fila del discorso della mattinata, si è parlato del Servizio Civile come esperienza di cittadinanza attiva, e non come un anno di servizio volontario fine a se stesso.

A seguito della presentazione individuale delle volontarie, è intervenuta a tale proposito Feliciana Farnese, riportando la propria esperienza come ex volontaria.

“Io comprendo che quando parliamo di difesa nonviolenta della Patria, a me, a voi ragazzi, queste parole suonino come termini lontani e poco tangibili in questo tempo: ma stare a tempo non significa sacrificare determinati valori, ma imparare a saperli declinare nelle forme richieste da questo tempo, in una chiave a noi più vicina.”

 

Oggi non è più presente la leva militare obbligatoria, e di conseguenza viene a mancare anche la motivazione forte dell’obiezione di coscienza che portò i primi volontari a scegliere il Servizio Civile rifiutando l’anno di leva. Quello che resta però, in forma rinnovata e contemporanea, è che la scelta di svolgere il Servizio Civile è una scelta forte, di impegno sociale, civico, attivo: una presa di posizione.

Si tratta di un anno che un giovane spende per mettersi al servizio della comunità, della cultura, del territorio, guadagnando poi competenze di carattere tecnico, pratico ed umano.

 

“Far parte del SC dev’essere esperienza di comunità in termini interni come esterni, sia nella collaborazione allo svolgimento del SC sia nella restituzione alla comunità di ciò che si è appreso”: questo è quanto sottolineato da Lucia Abbinante nel suo intervento successivo.

“Tante volte i giovani sono intermediati, tutti pensano di sapere cosa vogliono i giovani, ma è proprio qui l’importanza della partecipazione. I giovani così possono rappresentare se stessi.”

 

Attraverso il Servizio Civile, la Rappresentanza, e la decisione di diventare operatori volontari, i giovani intraprendono un percorso di consapevolezza, ed anche coloro che iniziano questa strada più incerti e titubanti, alla fine dell’anno di Servizio sono più consapevoli di cosa significhi esercitare una cittadinanza attiva e del proprio territorio.

 

Il secondo panel “Linguaggio in Evoluzione”, ha portato all’attenzione dei partecipanti un tema particolarmente dibattuto e rilevante negli ultimi anni: il ruolo del linguaggio nell’inclusività e nella parità di genere.

Ha preso quindi la parola Elena Guerra, giornalista e ricercatrice Prosmedia dell’Università degli Studi di Verona, in dialogo con Irene Facheris, formatrice e attivista transfemminista intersezionale. Attraverso la presentazione di diversi titoli di testate giornalistiche, Guerra ha dimostrato come ancora sia troppo presente un doppio standard nella rappresentazione maschile/femminile, e come basterebbero alcune accortezze per essere davvero inclusivi ed equi nel linguaggio, che è la base delle nostre azioni.

Evidenzia Facheris: “C’è differenza tra distruggere la lingua italiana ed adeguarsi alle trasformazioni necessarie di questa: se non hai problemi a dire contadina o cassiera, perché dovresti averne nel dire sindaca o architetta?”

E conclude: “Più che parlare di linguaggio inclusivo dovremmo parlare di convivenza tra diversità e molteplicità. Non siamo noi al centro più belli e più giusti”.

 

L’evento si è concluso con questa riflessione di Facheris, che ha collegato ulteriormente i due panel presentati: non solo infatti sono stati presentati due diversi volti del concetto di evoluzione, ma si è anche parlato del linguaggio come punto di partenza per essere attivamente cittadini e persone responsabili, a partire dalle proprie parole.

La giornata di Evoluzione Civica è stata un’occasione di confronto ed ascolto, ma anche di incontro: tanti giovani volontari hanno voluto partecipare in presenza, e hanno potuto trovare un auditorium pieno di coetanei che hanno intrapreso lo stesso percorso.

Incontrarsi dopo più di un anno senza potersi vedere di persona ha un valore aggiunto, e questo è emerso anche dal questionario relativo alla giornata proposto dalle Delegate ai partecipanti.

 

 

Emerge forte la voglia di ritrovarsi in presenza per tornare a condividere la partecipazione a convegni, concerti, talk, per confrontarsi su tematiche più che mai attuali, come la salute mentale, l’educazione digitale e la lotta al cambiamento climatico.

salute mentale 16,4%
educazione sessuale 11%
Agenda 2030 e Oss 12,3%
Lotta al cambiamento climatico e difesa ambientale 12,3%

I giovani hanno espresso la loro voglia di mettersi in gioco, di esercitare la propria cittadinanza attiva: tutte le voci del Servizio Civile sapranno sicuramente fare altrettanto per rispondere ai giovani.

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